Il transfer del Gran Dorsale (Latissimus dorsi) è un intervento chirurgico che trova indicazione in quei pazienti giovani o attivi che hanno una lesione irreparabile dei tendini posterosuperiori (sovraspinato ed infraspinato) della cuffia che determina l’impossibilità ad effettuare i movimenti di rotazione esterna ed abduzione. Inoltre nei pazienti oltre i 70 anni con una lesione irreparabile dei tendini della cuffia dei rotatori a cui si associa anche una lesione irreparabile dei muscoli extrarotatori il transfer del gran dorsale può essere associato all’impianto di una protesi inversa per recuperare l’extrarotazione.
Anatomia
Il gran dorsale è un ampio muscolo che si estende dall’ascella posteriore alla linea mediana della schiena ed inferiormente alla porzione posteriore della cresta iliaca sulla pelvi. La sua funzione è quella di permettere i movimenti di adduzione e rotazione interna del braccio e muovere la spalla inferiormente e posteriormente. Quando viene trasferito la sua funzione cambia e diventa di abduzione ed extrarotazione del braccio. I pazienti candidati ad un transfer di gran dorsale non devono avere segni di artrosi della spalla, essere in età compresa tra i 50 ed i 65 anni o essere attivi sul piano fisico, lavorativo o sportivo e con il tendine del sottoscapolare integro o riparabile, anche se in caso di riparazione di quest’ultimo i risultati possono essere inferiori rispetto ad un tendine intatto.
Intervento chirurgico
L'intervento viene eseguito in anestesia generale associata ad un blocco interscalenico per il controllo del dolore. Il paziente viene posizionato in decubito laterale. La prima parte dell’intervento è fatta in artroscopia per effettuare: il trattamento dell’articolazione acromion-claveare, il release capsulare e la preparazione dell’area dove verrà inserito il transfer. Successivamente viene effettuata l’incisione chirurgica nella regione ascellare e si effettua il prelievo del tendine del gran dorsale che viene staccato dalla sua inserzione sull’omero e portato all’interno della spalla dove viene fissato artroscopicamente con delle ancore.
Riabilitazione
Uno specifico protocollo di riabilitazione è fondamentale per un buon risultato dopo l'intervento chirurgico. Esso è articolato in tappe ben precise:
0-6 settimane: l’arto è immobilizzato con un tutore in abduzione ed il paziente può effettuare solo movimenti pendolari associati a mobilizzazione del gomito, del polso e della mano.
6-8 settimane: esercizi per il recupero del movimento passivo della spalla ed inizia un rinforzo isometrico.
8-12 settimane: si iniziano gli esercizi per il recupero dei movimenti attivi della spalla con rinforzo eccentrico muscolare ed esercizi propriocettivi.
Anatomia
Il gran dorsale è un ampio muscolo che si estende dall’ascella posteriore alla linea mediana della schiena ed inferiormente alla porzione posteriore della cresta iliaca sulla pelvi. La sua funzione è quella di permettere i movimenti di adduzione e rotazione interna del braccio e muovere la spalla inferiormente e posteriormente. Quando viene trasferito la sua funzione cambia e diventa di abduzione ed extrarotazione del braccio. I pazienti candidati ad un transfer di gran dorsale non devono avere segni di artrosi della spalla, essere in età compresa tra i 50 ed i 65 anni o essere attivi sul piano fisico, lavorativo o sportivo e con il tendine del sottoscapolare integro o riparabile, anche se in caso di riparazione di quest’ultimo i risultati possono essere inferiori rispetto ad un tendine intatto.
Intervento chirurgico
L'intervento viene eseguito in anestesia generale associata ad un blocco interscalenico per il controllo del dolore. Il paziente viene posizionato in decubito laterale. La prima parte dell’intervento è fatta in artroscopia per effettuare: il trattamento dell’articolazione acromion-claveare, il release capsulare e la preparazione dell’area dove verrà inserito il transfer. Successivamente viene effettuata l’incisione chirurgica nella regione ascellare e si effettua il prelievo del tendine del gran dorsale che viene staccato dalla sua inserzione sull’omero e portato all’interno della spalla dove viene fissato artroscopicamente con delle ancore.
Riabilitazione
Uno specifico protocollo di riabilitazione è fondamentale per un buon risultato dopo l'intervento chirurgico. Esso è articolato in tappe ben precise:
0-6 settimane: l’arto è immobilizzato con un tutore in abduzione ed il paziente può effettuare solo movimenti pendolari associati a mobilizzazione del gomito, del polso e della mano.
6-8 settimane: esercizi per il recupero del movimento passivo della spalla ed inizia un rinforzo isometrico.
8-12 settimane: si iniziano gli esercizi per il recupero dei movimenti attivi della spalla con rinforzo eccentrico muscolare ed esercizi propriocettivi.
12-16 settimane: rafforzamento dei muscoli del cingolo scapolare puntando sul recupero della resistenza prima della potenza.
16-18 settimane: esercizi per la ripresa della della forza e del controllo neuromuscolare della spalla.
18-26 settimane: si prosegue con esercizi di rinforzo muscolare.
Complicanze
Le complicanze descritte per questo tipo di intervento includono : emorragia, infezione, dolore, rigidità, frattura durante l’intervento, fallimento del transfer e dei mezzi di fissazione del tendine, danni neurovascolari e le complicanze relative all’anestesia.
16-18 settimane: esercizi per la ripresa della della forza e del controllo neuromuscolare della spalla.
18-26 settimane: si prosegue con esercizi di rinforzo muscolare.
Complicanze
Le complicanze descritte per questo tipo di intervento includono : emorragia, infezione, dolore, rigidità, frattura durante l’intervento, fallimento del transfer e dei mezzi di fissazione del tendine, danni neurovascolari e le complicanze relative all’anestesia.