Il gomito è un'articolazione molto stabile grazie ai legamenti collaterale laterale e mediale che agiscono da vera e propria cerniera ed alle strutture ossee che costituiscono una robusta barriera articolare. L’instabilità di gomito può verificarsi a causa di fratture o quando questi legamenti sono strappati dalla loro inserzione ossea. Lesioni ligamentose possono avvenire a seguito di trauma o possono svilupparsi in maniera cronica in particolare in quei pazienti che fanno movimenti ripetitivi (atleti) o lavori pesanti.
L’instabilità si manifesta con dolore cronico associato a clic o ad episodi di blocco articolare del gomito in estensione completa del braccio e in completa supinazione della mano (palmo verso l'alto). La direzione dell'instabilità può essere su un unico piano come varo/valgo (rarissima) o in piani combinati come nei casi di instabiilita' posterolaterale o posteromediale.
La diagnosi si basa sulla storia e l'esame clinico con manovre semplici che riproducono il movimento del gomito instabile sotto sforzo manuale o replicano attività quotidiane come il sitting test in cui il paziente tenta di sollevare il peso del corpo sul bracciolo della poltrona dove è seduto.
L’esame radiografico è spesso negativo, mentre la risonanza magnetica può fornire informazioni utili e mostrare la zona e l'estensione del distacco dei legamenti. Spesso si ricorre ad un esame in narcosi dove sotto controllo radiografico con il paziente addormentato si eseguono dei tests clinici manuali per identificare un'instabilita' articolare.
Il trattamento dell’instabilità in fase acuta è la riparazione del legamento ed il trattamento di eventuali lesioni ossee associate. Nei casi cronici si rende necessario l’utilizzo di innesti tendini per riuscire a ripristinare la corretta biomeccanica del gomito.
La riabilitazione post-operatoria è un aspetto cruciale nel trattamento dell’instabilità di gomito poiché mira al ripristino della mobilità articolare senza compromettere l'integrità del legamento ricostruito o dell’innesto utilizzato. L’utilizzo di un tutore è previsto nelle prime 3-4 settimane dopo l’intervento al fine di limitare alcuni movimenti che potrebbero compromettere la guarigione del legamento a cui segue un periodo di riabilitazione di circa 12 settimane.
L’instabilità si manifesta con dolore cronico associato a clic o ad episodi di blocco articolare del gomito in estensione completa del braccio e in completa supinazione della mano (palmo verso l'alto). La direzione dell'instabilità può essere su un unico piano come varo/valgo (rarissima) o in piani combinati come nei casi di instabiilita' posterolaterale o posteromediale.
La diagnosi si basa sulla storia e l'esame clinico con manovre semplici che riproducono il movimento del gomito instabile sotto sforzo manuale o replicano attività quotidiane come il sitting test in cui il paziente tenta di sollevare il peso del corpo sul bracciolo della poltrona dove è seduto.
L’esame radiografico è spesso negativo, mentre la risonanza magnetica può fornire informazioni utili e mostrare la zona e l'estensione del distacco dei legamenti. Spesso si ricorre ad un esame in narcosi dove sotto controllo radiografico con il paziente addormentato si eseguono dei tests clinici manuali per identificare un'instabilita' articolare.
Il trattamento dell’instabilità in fase acuta è la riparazione del legamento ed il trattamento di eventuali lesioni ossee associate. Nei casi cronici si rende necessario l’utilizzo di innesti tendini per riuscire a ripristinare la corretta biomeccanica del gomito.
La riabilitazione post-operatoria è un aspetto cruciale nel trattamento dell’instabilità di gomito poiché mira al ripristino della mobilità articolare senza compromettere l'integrità del legamento ricostruito o dell’innesto utilizzato. L’utilizzo di un tutore è previsto nelle prime 3-4 settimane dopo l’intervento al fine di limitare alcuni movimenti che potrebbero compromettere la guarigione del legamento a cui segue un periodo di riabilitazione di circa 12 settimane.