Le cause di questa degenerazione, fonte di episodi di irritazione ed infiammazione locale, sono rappresentate da un sovraccarico funzionale che si verifica principalmente quando i muscoli e i tendini del gomito sono costretti a sforzi eccessivi o a microtraumi ripetuti e spesso l'origine di tale degenerazione è da ricercare nella compressione dell'inserzione del tendine dell'estensore radiale breve del carpo tra i piani ossei (capitello radiale) ed il tendine sovrastante chiamato estensore radiale lungo del carpo.
I segni ed i sintomi si sviluppano gradualmente e su di essi si inseriscono fasi di acuzie e sono rappresentati da:
- Dolore e gonfiore localizzati sulla parte esterna del gomito, in corrispondenza dell'epicondilo laterale;
- Dolore nella parte esterna dell'avambraccio, appena sotto il gomito (in corrispondenza dei muscoli epicondilei che si inseriscono sull'epicondilo laterale). Il dolore può anche irradiarsi lungo l'avambraccio verso il polso e nella parte posteriore della mano;
- Forza nella presa debole e dolorosa, anche mentre si stringono tra le mani piccoli oggetti, relativamente pesanti;
- Peggioramento del dolore con i movimenti del polso, in particolare con l'estensione e i movimenti di sollevamento;
- Rigidità mattutina.
Il trattamento è conservativo nella maggior parte dei casi con riposo, crioterapia, utilizzo di tutore specifico, farmaci antiinfiammatori ed antidolorifici stretching muscolare e tendineo e nelle forme particolarmente dolorose si possono effettuare infiltrazioni di corticosteroidi o di concentrato piastrinico di fattori di crescita (PRP). Se i sintomi non rispondono dopo 6 - 12 mesi di trattamenti convenzionali, il medico può raccomandare un intervento chirurgico che può essere effettuato a cielo aperto o per via artroscopica e che mira a rimuovere la parte di tessuto danneggiata con disinserzione parziale del tendine del muscolo estensore radiale breve del carpo che si inserisce sull'epicondilo laterale. A volte, quando ci sono sintomi neurologici associati (intorpidimento e dolore che si irradia nel polso e dorso della mano ), è associata anche un’esplorazione del nervo interosseo posteriore.
Sia la tecnica open che quella artroscopica danno ottimi risultati con percentuali di successo superiori al 90%, quest’ultima però consente una precoce riabilitazione con una ferita esteticamente migliore.
Il beneficio della chirurgia artroscopica accanto al rapido recupero post-operatorio è la possibilità di trattare patologie intraarticolari associate come un danno della cartilagine, un’iniziale artrosi, la presenza di una plica ipertrofica.
Spesso queste procedure sono fatte in regime di day surgery (con dimissione dall'ospedale che avviene nello stesso giorno) .
Il dolore è generalmente ben controllato con i farmaci ed il ghiaccio sulla parte operata.
Dopo l'intervento chirurgico, il braccio può essere immobilizzato temporaneamente con un tutore reggibraccio che viene rimosso dopo 2 giorni circa. Dopo la rimozione dei punti di sutura vengono iniziati gli esercizi idonei per ripristinare la funzionalità del gomito. La ripresa funzionale avviene gradualmente e' puo' essere prolungata a causa della lentezza dei processi di guarigione dovuti alla scarsa vascolarizzazione tendinea. Talvolta il periodo di guarigione puo' raggiungere fino a 6-9 mesi per la completa risoluzione del quadro clinico.
I rischi chirurgici sono:
- Infezione;
- Danni a nervi ed a vasi sanguigni;
- Necessità di riabilitazione prolungata;
- Perdita di forza;
- Perdita di flessibilità e rigidità di gomito;
- Necessità di un ulteriore intervento chirurgico:
- Dolore persistente
- Ossificazioni eterotopiche