In ordine di frequenza esse sono:
Fratture del capitello radiale
Sono fratture che coinvolgono il capitello e/o il collo del radio ed avvengono solitamente per una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa con il gomito in leggera flessione. Come tutte le fratture possono essere composte, scomposte, pluriframmentarie od associate a lussazione. Il trattamento in quelle composte è di tipo conservativo con immobilizzazione di 2 settimane seguita da precoce riabilitazione, mentre negli altri casi il trattamento è chirurgico va dall’osteosintesi alla sostituzione protesica del capitello in base al grado di scomposizione ed alla possibilità di ricostruzione della frattura, mentre nei casi associati a lussazione con grave lesione ligamentosa e quindi ad instabilità secondaria del gomito, è necessaria la ricostruzione dei legamenti lesionati e spesso si e' costretti ad utilizzare un fissatore esterno. Le complicanze più temibili sono la rigidità e la formazione di tessuto osseo nei muscoli circostanti l'articolazione (ossificazioni eterotopiche), altre sono l’artrosi post-traumatica, l’instabilità cronica, l’infezione, la pseudoartrosi ed i danni neurovascolari.
Fratture dell’olecrano
In genere sono causate da una caduta sul palmo della mano con il gomito in iperestensione oppure da trauma diretto sulla regione posteriore del gomito. Esse possono essere composte (80-85%) o scomposte ed instabili. Nelle prime il trattamento è conservativo con immobilizzazione (2/3 settimane) e precoce riabilitazione, nelle seconde è chirurgico con osteosintesi della frattura e riparazione di eventuali strutture capsulo-legamentose danneggiate. Le complicanze sono le stesse delle fratture del capitello radiale.
Fratture dell’estremità dell’omero
Causate da un trauma diretto oppure da una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa e possono essere extra-capsulari ed extra-articolari come le fratture dell’epicondilo e dell’epitroclea, intracapsulari ed extra articolari come le sovracondiloidee ed intracapsulari ed intra articolari che sono quelle più complesse. Il trattamento delle prime è spesso conservativo, nelle altre è chirurgico con osteosintesi della frattura e trattamento di eventuali lesioni capsulo-legamentose associate. Le complicanze sono quelle delle altre fratture di gomito ma in questa tipologia è da aggiungere la frequente possibilità di irritazione del nervo ulnare con addormentamenti e formicolii a carico del mignolo e dell’anulare e la maggiore incidenza di rigidita' a causa dell'estensione intrarticolare della frattura.
Fratture della coronoide
La coronoide è una sporgenza ossea localizzata anteriormente nell’estremità superiore dell’ulna ed è un importante stabilizzatore del gomito. Su questo processo si inserisce il legamento collaterale mediale. Le fratture isolate della coronoide sono rare; più spesso si verificano in concomitanza di altre lesioni del gomito quali le lussazioni ed avvengono solitamente per una caduta sul palmo della mano atteggiata a difesa. Possono variare dalla semplice frattura dell’apice della coronoide, fino alle fratture complesse, associate ad altri capi ossei, con lesione o meno del legamento collaterale mediale (stabilizzatore del gomito). Il trattamento è conservativo in quelle composte e chirurgico con osteosintesi in quelle scomposte. Alle solite complicanze possibili, se ne aggiunge una tipica: il dolore ai massimi gradi di flessione del gomito dovuto frequentemente ad un urto della coronoide contro l’omero e legato ad una non perfetta posizione dei frammenti consolidati. Alle volte, raramente, questo dolore può essere correlato alla mancata guarigione del frammento osseo, ossia la pseudoartrosi della coronoide.